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L'Università

Le origini risalgono allo Studium Generale, fondato nel 1321 dalla Repubblica fiorentina. L'importanza dello Studium fu sancita da una Bolla di papa Clemente VI. Nel 1324, dopo soli tre anni di vita, fu costretto a cessare la sua attività, che tuttavia riprese nel 1349, con sede nell'attuale via ''dello Studio''. Se di matematica si può parlare in questo periodo dobbiamo ricordare i nomei di Paolo dell'Abbaco, Benedetto dell'Abbaco e Raffaele Canacci (continuatori dell'attività di Fibonacci). Nel 1364 con l'imperatore Carlo IV, lo studio fiorentino diventa università imperiale. Nel 1387, dopo una ulteriore interruzione, furono promulgati nuovi statuti: i Medici, al momento del loro avvento al governo della Toscana, lo esiliarono a Pisa nel 1472: da quell'anno i trasferimenti diventarono frequenti; nel 1473 con la riapertura dello Studio pisano e il trasferimento a Pisa dello Studium generale, dello Studio fiorentino rimase solo il Collegio teologico, con gli insegnamenti umanistici. Nel 1497 si arricchì delle cattedre scientifiche dello Studio di Pisa, temporaneamente trasferito a Firenze, dove rimase fino al 1505. Dell'ambiente culturale fiorentino dell'epoca va ricordato Paolo Dal Pozzo Toscanelli, illustre geografo e cosmologo: fu amico di Leon Battista Alberti e di Filippo Brunelleschi, al quale insegnò nozioni di matematica. Si è supposto che lo abbia anche aiutato con i calcoli per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore. Rimasero a Firenze molti insegnamenti, mentre le ricerche ebbero un ottimo appoggio nelle numerose Accademie fiorite nel frattempo, come quella della Crusca e quella del Cimento.

Risale al 1500 il primo insegnamento di matematica tenuto nello Studio fiorentino da Luca Pacioli. Nel 1571 fu chiamato a ricoprire la cattedra di matematica Egnazio Danti, al quale subentrò nel 1586 Ostilio Ricci, che ebbe il merito di istruire nella geometria il giovane Galileo. Nel 1642, a ricoprire la cattedra di matematica fu chiamato Evangelista Torricelli (4), al quale subentrò, alla sua morte, avvenuta nel 1647, Vincenzo Viviani. Gli successero il nipote Jacopo Panzanini, Giuseppe Ermenegildo Marmi, Pietro Ferroni, autore fra l'altro di due voluminosissime opere matematiche.

Nel 1807 la Regina reggente d'Etruria crea il Liceo di scienze fisiche e naturali, considerato il primo germe della futura Facoltà: vi erano sei cattedre ma nessuna di Matematica. Ciascun docente impartiva almeno due lezioni settimanali dall'inizio di dicembre alla fine di agosto. Al termine di ogni anno scolastico si svolgeva una pubblica seduta nella quale i professori illustravano le scoperte e i progressi delle scienze evidenziandone le applicazioni pratiche. Possiamo dire che a Firenze la diffusione della cultura avvenne attraverso istituzioni parallele allo Studio fino agli anni dell'Unità d'Italia, quando, nel 1859, durante il governo provvisorio di Bettino Ricasoli, venne creato il (Regio) Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento; esso ereditava e proseguiva l'attività del Liceo di Scienze Fisiche e Naturali, inserendosi nella grande tradizione culturale fiorentina. Le finalità dell'Istituto, come chiaramente indicava il nome, erano, da un lato, il perfezionamento per coloro che avevano terminato gli studi universitari e, dall'altro, la pura ricerca scientifica. Allo stesso tempo, l'Istituto proponeva un coordinamento fra gli studi scientifici e quelli umanistici. Era, infatti, composto da tre sezioni: Medicina e Chirurgia, Scienze Naturali, Filosofia e Filologia. ''Ridotti all'osso erano gli insegnamenti della Sezione di Scienze Naturali,... mentre restavano scoperte le cattedre di Chimica generale e di Trattati di fisica'' ([7]). Nel 1872 fu approvata dal parlamento nazionale una convenzione che ne consentiva una riorganizzazione ed un ampliamento, assumendo sempre più una fisionomia universitaria. Infatti negli anni seguenti le sezioni furono configurate come vere e proprie facoltà; nel 1876 si contavano, alle sezioni scientifiche, 17 iscritti. Nel 1908-09 .... '' restavano aperte le questioni inerenti l'istituzione di nuove cattedre di Letterature moderne, Storia dell'Arte, Matematica. Carlo Ridolfi rivolgeva un appello........'' Fu nel 1923 che l'Istituto si trasformò in Università: pertanto, con la riforma Gentile, l'Istituto di Studi Superiori divenne Università degli Studi di Firenze ed in quell'occasione, furono attivati gli studi giuridici e matematici. Nel novembre del 1924 fu inaugurato il primo anno accademico dell'Università di Firenze, che si articolò, fra il 1924 e il 1938, nelle Facoltà di Agraria, Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Magistero, Medicina e Chirurgia, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Scienze Politiche. A queste dieci Facoltà , nel 1970, è stata aggiunta quella di Ingegneria, il cui primo Biennio, però come diremo più sotto, era già stato attivato dall'anno accademico 1928-29.

I corsi di laurea
(in Matematica, in Informatica ed il Biennio di Ingegneria)

Abbiamo detto che la Facoltà, con la riforma dell'anno accademico 1924-25, assunse la denominazione di Facoltà di ''Scienze Matematiche Fisiche e Naturali'' che era articolata in cinque corsi di laurea: Chimica, Fisica, Matematica, Fisica e Matematica e Scienze naturali, comprendendo così quasi tutto il settore scientifico che poi si andrà diversificando, ed anche, il Biennio propedeutico di Ingegneria.

Come si può notare la ''sovrapposizione'' fra due Corsi di laurea come Matematica e Fisica e Matematica, che oggi non sarebbe altrimenti concepibile, era una realtà dei tempi: il Corso di laurea in Fisica e Matematica era attivo - a Firenze ed in altri Atenei - con la finalità della preparazione degli insegnanti della scuola secondaria. Nel primo anno di attivazione gli studenti di tale corso erano più numerosi (40) rispetto agli studenti di Matematica (37). Tale corso si è esaurito per mancanza di studenti con le riforme del 1968. Oggi la dislocazione logistica della (ex) Facoltà di Scienze farebbe pensare ad una dispersione didattica e scientifica: negli anni '40 il nucleo degli insegnamenti comuni ai vari corsi di laurea era molto più consistente (e ciò è fedelmente riportato nei programmi didattici presenti negli annuari dell'Ateneo). Un altro indicatore di ''comun sentire'' in questa Facoltà è dato anche dal Seminario Matematico, Fisico e Astronomico di Arcetri, iniziato già dal 1928 e divenuto palestra di discussioni interdisciplinari.

Nel 1925/26 avvenne l'attivazione del Biennio di preparazione per le Scuole di Applicazione per Ingegneri (che ebbe subito 95 studenti rispetto al totale di 143 degli altri corsi di laurea della Facoltà). L'attenzione che la matematica - ovvero Giovanni Sansone - volgeva verso tale biennio è riportata nei verbali di un Consiglio di Facoltà del 1931 in cui si evidenziava il fatto che gli ''incarichi di Analisi Infinitesimale e di Geometria descrittiva per il Biennio di Ingegneria erano stati tenuti gratuitamente negli ultimi sei anni''. Nei primi due anni l'insegnamento della Fisica Matematica (per il Biennio e per altri corsi di Laurea, compreso quello in Matematica) fu affidato ad Enrico Fermi.

([]) In particolare tra gli altri illustri docenti il prof. Sansone soleva incontrare i suoi alievi, che si erano laureati in Ingegneria nelle varie sedi, per trarne indicazioni sull'orientamento da dare al suo corso di Analisi matematica.

Il Biennio propedeutico di Firenze acquisì un immediato prestigio per la serietà della preparazione impartita dal corpo docente che si distingueva, non soltanto per l'alto livello scientifico, ma anche per l'impegno eccezionale nell'insegnamento, molto oltre quanto era previsto dall'ordinamento degli studi.

Tale Biennio è stato attivo fino al 1970, quando nacque la Facoltà di Ingegneria: il fatto che la Facoltà di Scienze tenesse tutta particolarmente a questo Biennio è rivelato sia dal contributo che a tale nascita hanno dato due valenti matematici che in essa avevano da tempo creduto (5) e che ne sono stati ''padri fondatori'' ovvero Demore Quilghini e Gaetano Villari, sia anche dal verbale di una riunione del 1947: la riunione aveva lo scopo di discutere la adeguatezza degli insegnamenti propedeutici forniti a Firenze agli allievi ingegneri. Dalla riunione, alla quale per la Matematica parteciparono Sansone, Caldonazzo e Campedelli, emerse, dagli interventi dei colleghi pisani e bolognesi, che gli allievi provenienti dalla Facoltà di Scienze di Firenze erano fra i meglio preparati per gli studi di Ingegneria.

La presenza della Matematica nelle altre Facoltà era (ed è) un segno di distinzione e di scientificità: ed i matematici hanno fatto la loro parte. Abbiamo detto dei Presidi matematici ad Architettura ed Ingegneria: ad Architettura ad es., Gurrieri [3] parla di '' passaggi prestigiosi'' e cita Mario Primicerio (Meccanica Razionale), Emilio Bonferroni (Matematica), Ugo Saccardi (Geometria descrittiva), oltre allo stesso Campedelli, spesso chiamato anche a ''prolusioni'' accademiche.

Nel citato volume [3] Giovanni K. Koenig racconta che nelle discipline scientifiche ''si ricorreva ai più prestigiosi ordinari delle altre Facoltà. Fra loro giganteggiava Emilio Bonferroni, allievo di Peano, ordinario di Analisi Matematica a Scienze economiche, che si sfogava con noi parlandoci di tutte le cose che non poteva insegnare nella sua Facoltà, alle prese con la Matematica attuariale. Nelle sue lezioni spaziava dal calcolo delle differenze ai numeri transfiniti di Cantor, dalla formula di Eulero

$ e^{i pi} = - 1$

fino alla logica matematica , per finire con la prova di Gödel, di cui credo fossimo i primi a Firenze a sentirne parlare........... Bonferroni disdegnava gli esercizi, che affidava al suo assistente Merli che ci insegnava gli sviluppi in serie, gli integrali e le equazioni differenziali.'' Insieme ai matematici citati possiamo ricordare, in tale facoltà, anche Luigi Antonio Rosati e Piero Mangani. Come dice ancora Gurrieri ([3]) '' si poteva godere di lezioni che avevano del rito di un intervento chirurgico, di una liturgia da funzione reliogiosa di prima classe.'' E vi sono molti esempi anche più recenti (6).

Nel 1993 nacque il Corso di laurea in Scienza dell'Informazione, divenuto nel 1999 Corso di laurea in Informatica. Il progetto originario tendeva a creare un Corso di laurea che ponesse particolare attenzione alle problematiche del calcolo e della modellizzazione scientifica, in modo, da un lato, da non sovrapporsi troppo con l'analogo Corso di laurea attivo a Pisa e, dall'altro, per assicurare il più stretto collegamento possibile con le altre anime della Facoltà. La proposta partiva dalla presunzione della modellistica in tutti i campi del sapere scientifico e non, come si può dire che si sia puntualmente verificato. Vista la brevità della storia scientifica dello stesso lasciamo ai posteri giudicare se il nuovo Corso di laurea abbia nella sua realizzazione seguito le linee di indirizzo tracciate originariamente.

La ''didattica di servizio'' dei matematici verso le altre discipline è sempre stata una linea nella quale i matematici fiorentini, i ''padri'' dell'attuale Dipartimento, sono già impegnati ed hanno intenzione di continuare in futuro. A mo' di conclusione le parole di Luigi Campedelli (1958): Non siamo qui per cercare il Metodo perché la didattica è e rimane una conquista personale; ma desideriamo solo che ciascuno di noi faccia un esame di coscienza: siamo forse soddisfatti dell'opera nostra nella Scuola ?.

 

 

5 Forse possiamo far risalire ciò al DNA dei matematici fiorentini: a Pisa nel 1913 veniva creata una Scuola di applicazioni per ingegneri che raccoglieva una lunga tradizione di studi tecnici sviluppatisi in quella sede dalla prima metà del secolo precedente e della quale fu il primo Direttore Ulisse Dini ([6]) 6 Gilberto Dini, docente a Farmacia ha collaborato (1983) alla risoluzione di problemi di cinetica enzimatica. Giuseppe Conti, docente della Facoltà di Architettura ha contribuito a studiare la ancora non del tutto nota ''Geometria della Cupola del Brunelleschi'' 

Ultimo aggiornamento

25.03.2022

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